L’equivoco c’era e ha colpito parecchi autorevoli co-fondatori del Partito Democratico. Dal direttore del quotidiano della Margherita Europa, Stefano Menichini, che aveva messo in dubbio la sua partecipazione alle primarie non volendo, da giornalista, prendere una tessera di partito. Fino allo stesso candidato alla segreteria nazionale, Enrico Letta, che stamattina aveva addirittura chiesto di cambiare le regole affinché quell’obbligo di iscriversi al Pd, prima di votare, non si tramutasse in un ostacolo per la diffusa partecipazione al processo costituente.
Sul punto sollevato da Letta, arrivano due “interpretazioni autentiche”.
«Letta ha equivocato il significato del regolamento delle primarie. La formula messa a punto è chiara e inequivocabile e non si può confondere con un’iscrizione vera e propria», ha dichiarato Mario Barbi, deputato ulivista e uno dei tre coordinatori del Comitato nazionale “14 Ottobre”. Barbi fa riferimento al comma 2 dell'articolo 1 del Regolamento, dicendo che è «l'espressione inequivocabile della volontà di prendere parte a un momento decisionale molto importante. Ma le modalità dell'iscrizione vera e propria al partito saranno definite dallo statuto che l'Assemblea costituente, eletta liberamente alle primarie, metterà a punto al momento della sua nascita. C’è quindi la massima apertura».
Articolo 1. (Indizione dell’elezione e titolari dell’elettorato attivo e passivo)
…
2. Possono partecipare in qualità di elettori e di candidati tutte le cittadine ed i cittadini italiani che al 14 ottobre abbiano compiuto sedici anni nonché, con i medesimi requisiti di età, le cittadine e i cittadini dell’Unione europea residenti, le cittadine e i cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, i quali al momento del voto dichiarino di voler partecipare al processo costituente del Partito Democratico e devolvano un contributo minimo di € 5,00, ridotto a 2 € per le elettrici e gli elettori che non abbiano ancora compiuto venticinque anni.
La stessa cosa ribadisce il costituzionalista Stefano Ceccanti, che ha scritto materialmente il Regolamento delle Primarie e che aveva già affrontato l’argomento in un articolo apparso sull’Unità del 22 agosto scorso.
«L’espressione “dichiarino di voler partecipare al processo costituente” richiesta agli elettori e formulata con il contributo, tra gli altri, di Giuliano Amato ha il significato voluto di non essere assimilabile all'iscrizione -dice Ceccanti-. L’adesione si conclude con la fine del processo costituente, quindi con la fine dei lavori dell'assemblea. Solo allora ognuno deciderà cosa fare, secondo lo statuto approvato».
La discussione si è animata anche nel Comitato “14 ottobre” della provincia di Foggia. Alcuni componenti riconoscono che anche la cifra di 5 euro potrebbe essere un deterrente. Deni Procaccini e Gianni Pompa hanno proposto di articolare un quesito al Comitato “14 Ottobre” nazionale, relativamente ai meccanismi di partecipazione. Secondo Procaccini, in particolare, se quei 5 euro non sono una quota di iscrizione per prendere la tessera al PD, allora sarebbe giusto abbassare il limite a 1 euro, facendolo diventare un contributo simbolico alle spese organizzative, aumentabile per scelta volontaria degli elettori. Una soluzione che sarà difficile sia adottata anche considerando che la “dote” del costituendo Partito Democratico sarà formata proprio dal danaro raccolto in occasione del voto di domenica 14 ottobre.
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