“Firmando l’accordo con la Regione Molise, il Governo Berlusconi ed il ministro Fitto hanno scelto, con evidenza e nettezza, da che parte stare: contro la Puglia e la Capitanata”. Lo afferma il segretario provinciale del PD di Capitanata, Paolo Campo, commentando i contenuti del 1° Accordo Integrativo dell’Intesa Generale Quadro del giugno 2004, sottoscritto a Roma il 23 gennaio, e rilanciando “l’opportuna e tempestiva segnalazione istituzionale del vice sindaco di Foggia, Potito Salatto, che Amministrazione provinciale e Regione Puglia farebbero bene a riprendere e rilanciare per darle la necessaria forza istituzionale”.
Che si tratti di una “manovra tutta politica, finalizzata a mortificare il la Giunta regionale di centrosinistra e la programmazione logistica della Capitanata”, il segretario del PD lo deduce dall’analisi complessiva del documento e di due paragrafi in particolare.
L’articolo 3 dell’Accordo, in cui si elencano gli schemi idrici, le reti idriche e gli acquedotti oggetto dell’Intesa, che comprende la realizzazione dell’invaso di Piano dei Limiti, prevede esplicitamente di “attivare idonee Intese Quadro tra lo Stato, la Regione Molise e le regioni limitrofe, di volta in volta interessate (Regione Abruzzo, Regione Campania, Regione Puglia) per le opere di interesse interregionale”. Implicitamente, “si assegna alla Regione Molise il ruolo politico di primus inter pares rispetto alle altre regioni citate, cioè di soggetto istituzionale promotore delle intese ed a cui si deve fare riferimento per il governo degli schemi idrici di buona parte dell’Italia centro-meridionale”. Nel caso di Piano dei Limiti, ciò vuol dire che “il governo regionale pugliese è espropriato di qualsiasi iniziativa: può solo decidere di accomodarsi o meno al tavolo allestito e governato da Raffaele Fitto e Michele Iorio (presidente della Regione Molise; ndr)”. “Le prospettive di sviluppo del comparto agroalimentare della Capitanata, con particolare riferimento al Nord Tavoliere – conclude Campo sul punto – sono nelle mani del Molise e non nelle nostre”.
Ha una connotazione negativa più specifica e puntuale una delle previsioni dell’articolo 2 dell’Intesa, laddove si prevede lo stanziamento di 40 milioni per “potenziamento, qualificazione complessiva e posizionamento strategico del Porto di Termoli, in riferimento alla sua funzione (…) di porta privilegiata verso i Balcani”. “E il Porto Alti Fondali di Manfredonia? – si chiede il segretario provinciale del PD – Il Governo ha deciso di cancellare il porto della Capitanata dal Corridoio 8, e con esso depotenziare l’intera rete logistica foggiana? I ministri Matteoli e Fitto hanno deciso di mortificare investimenti e programmazioni decennali?”. “Con grande difficoltà e ancor più impegno, negli ultimi 15 anni, le istituzioni e le forze sociali della Capitanata hanno lavorato per colmare il ‘buco’ infrastrutturale esistente tra Termoli e Bari; oggi scopriamo che il centrodestra, romano e barese, ha deciso di far fallire questo ambizioso progetto, che nella pianificazione strategica di area vasta ha trovato il suo naturale esito operativo”.
“Provincia di Foggia e Regione Puglia non possono assistere silenti alla realizzazione di questo scellerato disegno – conclude Paolo Campo – al contrario, devono costruire solidarietà istituzionali capaci di rompere schemi politici il cui unico esito è la marginalizzazione della Capitanata nello scacchiere economico e sociale della dorsale adriatica”.
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