sabato 27 settembre 2008

I tagli alla scuola costeranno alla Capitanata 1.600 posti in due anni - Il PD si mobilita per tutelare il sistema scolastico provinciale

Il 3 e il 4 ottobre torna a far tappa in provincia di Foggia il pullman che da oltre 3 mesi sta girando il Paese per sostenere la petizione Salva l’Italia e la partecipazione alla manifestazione nazionale, in programma il 25 ottobre a Roma. In Capitanata, in coincidenza con la presenza dell’autobus democratico, saranno organizzate iniziative e manifestazioni dedicate alla difesa del sistema scolastico. Si parte con la scuola, perché ”il ciclone Gelmini si è abbattuto pesantemente sul sistema scolastico provinciale – afferma il segretario provinciale del PD, Paolo Campo - provocando la perdita di oltre 1.600 posti di lavoro e la cancellazione del sistema educativo a sostegno dell’emersione dalla marginalità dei soggetti più deboli”.
I conti sono presto fatti: applicando le prime direttive di Tremonti, già quest’anno sono stati cancellati 363 posti nell’organico dei docenti e 116 in quello del personale tecnico-amministrativo; inoltre, non è stato possibile attivare circa 30 classi, tra corsi di recupero e serali, che avrebbero consentito l’assunzione di almeno 60 docenti.
Nel 2009, con l’entrata in vigore della direttiva sul maestro unico, la scuola elementare non avrà più bisogno di circa 550 docenti e oltre 300 insegnanti di sostegno.
In più, si prevede di non autorizzare almeno 30 corsi di scuola superiore di 2° grado, quindi di non immettere in ruolo oltre 100 docenti. Mentre altri 100/120 posti di lavoro, tra dirigenti e direttori amministrativi, saranno persi a causa della soppressione di 50/60 istituti scolastici per carenza del numero minimo (500) di alunni.
I dati e le proiezioni evidenziano, a parere di Campo, come “la riorganizzazione della scuola sia fondata esclusivamente sul dato quantitativo - quante classi, quanti docenti, quanti alunni - e non lasci alcuno spazio alle valutazioni di tipo qualitativo da parte degli uffici decentrati – dalla densità abitativa alla viabilità, dalle relazioni con gli Enti locali alle necessità di carattere sociale”.
Ad esempio, “sarà difficile attivare anche il prossimo anno, alle Isole Tremiti, un posto di scuola primaria e una classe di 1° grado rispettivamente frequentate da un solo alunno”; così come “è altamente probabile che i ragazzi di Vieste interessati a seguire i corsi del liceo classico dovranno spostarsi a Manfredonia o Vico del Gargano, perché già quest’anno la sezione non avrebbe dovuto essere autorizzata per la mancanza di 2 neoiscritti sui 20 previsti”. In entrambi i casi, “fortunatamente, è prevalsa l’autonomia e il buon senso dell’attuale dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – sottolinea il segretario provinciale del PD – ma il prossimo anno potrebbe avere la meglio il rigoroso rispetto delle direttive ministeriali”.
Le stesse che impongono di sottrarre l’autonomia agli istituti scolastici con meno di 500 alunni, “ma non prevedono nulla per contrastare il fenomeno del sovraffollamento, da cui derivano gravi problemi alla didattica e alla qualità del servizio”.
“La concezione ragionieristica del sistema scolastico – sottolinea Paolo Campo – non tiene in alcun conto la funzione sociale e civica svolta dalla scuola, ancor più carica di significati nelle zone socialmente ed economicamente marginali, e presume la rapida entrata in vigore del federalismo fiscale, con il conseguente trasferimento sull’Ente Regione dei costi relativi all’educazione, l’istruzione e la formazione nelle aree disagiate. Quanto accadrà è facilmente predicibile: le Regioni più ricche avranno una scuola migliore; i ragazzi che vivono nelle Regioni più ricche otterranno risultati formativi migliori e avranno maggiori possibilità di inserimento nel mondo del lavoro; gli investimenti in ricerca e innovazione si polarizzeranno ulteriormente, rafforzando la capacità attrattiva delle Regioni più ricche nei confronti delle attività imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico. E le Regioni più ricche – conclude il segretario provinciale del PD – sono quelle leghiste del Nord”.

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