”Il Governo Berlusconi insiste nel brutale attacco al sistema scolastico e decide la sostituzione di tutti i dirigenti degli Uffici scolastici provinciali della Puglia, senza alcun riguardo per meriti e capacità professionali e in spregio alle norme che garantiscono la trasparenza amministrativa”. Lo afferma Paolo Campo, segretario provinciale del PD, dopo avere appreso la notizia dell’imminente formalizzazione dei decreti di nomina dei nuovi direttori degli ex Provveditoriati.
“Con l’arroganza e la miopia che sta caratterizzando la gran parte dei provvedimenti assunti in materia di educazione e insegnamento – continua Campo – il ministro Gelmini ha deciso e imposto l’applicazione dello spoil system anche ai dirigenti di seconda fascia; senza curarsi minimamente delle norme della legge 241, di una sentenza della Corte Costituzionale e di una circolare ministeriale che negano un simile potere di intervento.
D’altronde, questa è sola l’ultima di una serie di decisioni assunte con la calcolatrice alla mano e senza alcuna visione strategica di un settore fondamentale per il futuro del Paese.
Il Governo ha iniziato con la cancellazione della norma che prevedeva la stabilizzazione di 100.000 precari storici; ha proseguito con il taglio di classi e istituti scolastici nelle aree deboli del Paese; ha concluso con la reintroduzione del maestro unico, che produrrà ulteriori esuberi.
Ovvio che, invece di sollecitare i contributi qualificati di ottimi dirigenti amministrativi, abbia scelto di insediare burocrati di stretta osservanza politica ai quali affidare un mandato preciso: gestire vecchi e nuovi esuberi, tagli e riduzioni senza una sola obiezione.
“Con l’arroganza e la miopia che sta caratterizzando la gran parte dei provvedimenti assunti in materia di educazione e insegnamento – continua Campo – il ministro Gelmini ha deciso e imposto l’applicazione dello spoil system anche ai dirigenti di seconda fascia; senza curarsi minimamente delle norme della legge 241, di una sentenza della Corte Costituzionale e di una circolare ministeriale che negano un simile potere di intervento.
D’altronde, questa è sola l’ultima di una serie di decisioni assunte con la calcolatrice alla mano e senza alcuna visione strategica di un settore fondamentale per il futuro del Paese.
Il Governo ha iniziato con la cancellazione della norma che prevedeva la stabilizzazione di 100.000 precari storici; ha proseguito con il taglio di classi e istituti scolastici nelle aree deboli del Paese; ha concluso con la reintroduzione del maestro unico, che produrrà ulteriori esuberi.
Ovvio che, invece di sollecitare i contributi qualificati di ottimi dirigenti amministrativi, abbia scelto di insediare burocrati di stretta osservanza politica ai quali affidare un mandato preciso: gestire vecchi e nuovi esuberi, tagli e riduzioni senza una sola obiezione.
Ce n’è a sufficienza – conclude Paolo Campo – per attivare iniziative a livello parlamentare, regionale e provinciale utili a tutelare la qualità del sistema scolastico e la dignità personale e professionale di chi è stato emarginato esclusivamente per ragioni politiche”.
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