Luciano Violante (nella foto con Sabino Colangelo, Orazio Ciliberti e Mimmo di Gioia, a Foggia, in occasione della fiaccolata antimafia del 2004), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, spiega quali sono i profili dei candidati alle segreterie regionali del Partito Democratico, sui quali ci si sta confrontando in Sicilia: «Stiamo discutendo attorno a due opportunità: o puntare a una personalità di grande rilievo, che potrebbe essere della Margherita o dei Ds non importa o anche esterna, ma che dovrebbe essere dentro la storia di questa regione. Oppure voltare completamente pagina: guardando alla generazione dei 30-40 enni, individuandone uno che con entusiasmo si impegni a costruire il Pd nella sua regione». Ma il discorso va, ovviamente, oltre la Sicilia dove Violante sta seguendo la preparazione delle liste per le primarie del 14 ottobre.
«Nessuno ci sta a far nominare il segretario regionale dal centro –dice Violante-. Non solo non è vero, quindi, che ci siano intese preconfezionate ma oltretutto non sarebbe opportuno perché se si dovesse mai decidere che il segretario regionale lo fa ad esempio il signor Rossi, sarebbe inevitabile per lui diventare il bersaglio di tutta una serie di attacchi».
Il punto vero, per l’esponente dei Democratici di Sinistra, è «impegnarci a costruire un partito che sia di nuovo un partito democratico, nazionale e popolare, perché i partiti oggi si stanno tutti quanti parlamentarizzando. Stanno chiudendo, cioè, i loro orizzonti di attività politica dentro il Parlamento. È importante che si riesca a costruire un partito “nazionale”, senza nord e senza sud, e “popolare”, perché si deve tornare a vedere le cose con gli occhi della gente, senza il filtro del “cannocchiale parlamentare”».
domenica 12 agosto 2007
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