
Caro Piero,
la scelta con cui, alla vigilia delle ultime elezioni, hai voluto che fossi io, senatore dell’Ulivo, ad aprire la lista dei Ds nella mia Regione, l’Emilia Romagna, è stata una testimonianza non solo amichevole, ma anche e soprattutto politica.
Con una decisione insolita nel costume del partito, cioè intendendo esprimere, con quella indicazione, una volontà che superasse l’aspetto pur significativo della militanza, e nondimeno privilegiando il suo carattere fiduciario, mi hai dato una franca prova umana, civile, ideale.
Ora che il partito dei Ds, in virtù della nascita del Pd, è prossimo a confluirvi con tutta la sua storia e la sua identità - e molto lo si deve, voglio dirlo, all’impulso intelligente e generoso della tua azione politica - sento di esserti in debito di una consonanza altrettanto franca chiedendo di farne parte a pieno titolo, perché resti un segno della mia sia pur breve presenza nella vostra casa.
Più d’una circostanza, in questo frangente, assume per me un valore simbolico: mi riferisco al ricordo di quando, con Veltroni alla direzione de «l’Unità», scrissi per il giornale, allora del Pds, una serie di articoli in cui - con le mie poche forze, ma incoraggiato da Walter - vagheggiavo una “unione” che già allora mi affiliava, idealmente, a una nuova comunità di centro-sinistra in cui poter trovare un’idealità comune, nel segno di un progetto democratico e riformista capace di mettere e di tenere insieme forze animate da culture diverse, ma da una condivisa prospettiva politica.
Non è dunque solo sentimentale la mia scelta di partecipare, fin dai suoi primi passi, a un cammino ormai inarrestabile, che si annuncia provvido per le sorti del nostro Paese. Un rinnovato, affettuoso, augurale saluto,
Sergio Zavoli
La risposta di Fassino
Caro Sergio,
è con vera gioia che accolgo la tua scelta di aderire ai Ds proprio alla vigilia della nascita del Partito Democratico.
Hai voluto così rendere evidente il ruolo decisivo che i Democratici di Sinistra hanno avuto - dopo la sconfitta del centrosinistra del 2001 - prima nella ricostruzione dell’Ulivo, come casa comune dei riformisti, e oggi nella fondazione del Partito Democratico.
Te ne sono e te ne siamo tutti particolarmente grati, tanto più perché non manca chi - cavalcando strumentalmente l’onda dell’antipolitica - tenta di rappresentare il Partito Democratico come negazione di tutto ciò che è esistito prima di esso. Rappresentazione sciocca e infondata, perché basterebbe volgere lo sguardo a questi anni per constatare facilmente che senza la passione, la generosità, l’intelligenza e la forza di centinaia di migliaia di donne e uomini impegnati nei partiti - e in particolare nei Democratici di Sinistra - il Partito Democratico non avrebbe mai visto la luce.
Tu, d’altra parte, camminando ogni giorno con noi, sei stato testimone e protagonista di questo straordinario sforzo collettivo che oggi è prossimo all'approdo. Con il Partito Democratico inizia una nuova stagione per la sinistra, per la democrazia italiana, per il nostro Paese.
Nel viverla, con immutata passione e convinzione, saremo ancora una volta insieme. Per questo, caro Sergio, ti ringrazio per quanto ci hai dato e il tanto ancora che ci vorrai dare.
Un forte abbraccio, con amicizia
Piero Fassino
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