Per trovare lavoro, la laurea serve poco anche al Sud. A lanciare l'allarme per i giovani studenti è un’indagine della Svimez secondo cui nel Mezzogiorno almeno uno dei laureati meridionali (contro il 12% dei colleghi che si sono trasferiti al Nord), dopo ben tre anni dal termine degli studi, trova lavoro solo con canali informali. Come il parente che fa la raccomandazione o il passaparola dell'amico dell'amico.
È stato uno dei temi centrali affrontati nell’incontro di ieri sera nella sede del Comitato “14 Ottobre” della provincia di Foggia, dove è affiorato l’altro dato analizzato sempre dalla Svimez nell’ultimo Rapporto sull’Economia nel Mezzogiorno (nella foto), presentato il 10 luglio scorso: dal 1997 a oggi, in media, si sono trasferiti dal Sud al Nord oltre 100mila lavoratori all’anno.
Il quadro peggiora se si considerano i dati generali sulla mobilità, evidenziati da quest’altro studio che analizza la “migrazione” dei laureati: nonostante il titolo di studio conseguito nel 2001, sul totale degli occupati, il 72% al Sud non hanno modificato il proprio status, contro il 61% del Centro-Nord.
Nel 2004 (ultimi dati disponibili) è stato forte anche il numero di coloro che hanno provato i concorsi pubblici (15%), mentre trovare lavoro con il collocamento pubblico e privato è servito solo a un'estrema minoranza: rispettivamente 1,7 e 2,3%.
Nel Sud infatti, laurearsi è importante, si legge nello studio, ma solo «se si proviene dalla famiglia giusta, non solo perchè ricca ma pure perchè inserita in un reticolo di rapporti sociali».
Per le famiglie dei ceti sociali più bassi l'investimento negli studi universitari è rischioso. «La laurea riduce il rischio che lo studente resti disoccupato, ma non riduce il rischio di trovare un'occupazione mal retribuita». Lo dimostra il fatto che i giovani meridionali nel Centro-Nord ottengono spesso condizioni contrattuali peggiori di quelle conseguite da coloro che restano nel Mezzogiorno. Il 60,3% dei laureati meridionali che lavorano al Centro-Nord, a tre anni dalla laurea, è impiegato con un contratto a tempo determinato e lo 0,9% lavora senza contratto a fronte del 41,7% e dello 0,3% dei laureati e occupati nel Mezzogiorno.
A livello regionale, i laureati meridionali più fortunati abitano in Sardegna, con il 64% degli occupati che nel 2004 aveva studiato e trovato lavoro in regione, a fronte di una media Mezzogiorno del 53,6%. I più sfortunati in Molise, con solo il 39,9% degli occupati. I meridionali laureati al Centro-Nord presentano tassi di occupazione assai elevati, con un minimo del 69,1% in Calabria e un massimo dell'83,9% in Abruzzo e Sicilia.
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