L’anno scorso, in questi giorni, chiudeva fra applausi scroscianti “Suoni in Cava”, la suggestiva rassegna jazz di Apricena. Oggi Paolo Fresu (nella foto, al concerto del 21 agosto 2006 ad Apricena - www.suonincava.it) prova a fare il coordinatore regionale nella sua Sardegna per la lista di Walter Veltroni candidato alla guida del Partito Democratico.
«Il jazz era visto una volta con un po’ di paura come una musica distante. Ostico e un po’ dissonante. Molti vedono la politica allo stesso modo. Una cultura altra, linguaggio incomprensibile e chissà cosa c’è dietro... Ostica e dissonante appunto –dice il trombettista all’Espresso in edicola-. Il jazz, dopo gli anni Ottanta, è cambiato acquistando un pubblico più ampio. Mi piacerebbe pensare che lo stesso possa capitare anche per la politica se fosse capace di cambiare il proprio linguaggio. Ci sarebbero più elettori. Ognuno si potrebbe riconoscere meglio negli uomini e nelle idee, al di là dei giochi di potere. Una politica nuova potrà esistere se esiste un modo diverso di porsi della nuova classe politica davanti alle persone che stanno rappresentando...».
Il suo programma, da qui al 14 ottobre, Fresu lo racconta così: «Voglio coinvolgere più persone possibili, tante donne, intellettuali che la pensano come me. Provare, anche se so che non sarà il mio compito, a pensare un apparato fatto di volti nuovi. Spero che attraverso il mio invito da uomo di musica e cultura e, credo, accanto al mondo giovanile, possa invogliare chi è stato restio, a buttarsi in qualcosa di più concreto. Nei prossimi giorni vorrei partecipare ad assemblee per raccontare ed esprimere in pubblico il perché del mio impegno. Credo che il mio compito non sia quello di formare liste e comitati, ma di essere una sorta di testimonial che deve portare avanti un messaggio, lavorare in tandem senza essere cioè colui che sovrintende tutte queste cose».
sabato 18 agosto 2007
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