Sul Riformista di oggi, sabato 11 agosto, un'intervista di Tommaso Labate con Massimo Cacciari fa un primo bilancio sull’inizio dell’avventura del Partito Democratico. «Altro che stimolo. Il mio vuol essere un aut aut». Sostiene il sindaco di Venezia che «stiamo arrivando al traguardo dell’elezione del segretario e dell’assemblea costituente del Pd senza aver affrontato davvero e risolto le grandi questioni politiche». Di esempi, Cacciari ne fa parecchi. «Ancora non si sa nulla della collocazione internazionale, della visione geo-politica che il partito vorrà seguire, di quali sono le riforme prioritarie, della necessità o meno di mettere mano alla Costituzione, della forma che avrà questo soggetto politico». All’obiezione che tira in ballo gli interventi di Veltroni e gli intenti programmatici degli altri candidati, il primo cittadino di Venezia ribatte: «Balbettii, dichiarazioni sporadiche e intenzioni annunciate qua e là non fanno i princìpi di un soggetto politico che sta per nascere. Questo è un dato oggettivo. C’è una competizione vera, per fortuna. Purtroppo, proprio per questo, temo che assisteremo a una guerra di slogan».
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