di Mariarita Cordone *
Vi chiederete: chi è questa perfetta sconosciuta che si prende il libero arbitrio di scrivere una lettera? Bene, da parte mia, forse, ho ancora la voglia di credere, sì di credere in qualcosa di nuovo, sì nuovo come il Partito Democratico.
Per me tutto iniziò come giovane della Margherita. Un amico mi chiese di partecipare a un corso per giovani politici. Scettica più che mai, ci andai. Reazione: un pesce fuor d’acqua. Ma non mollai…
Partecipai alla Consulta del Mezzogiorno ed è lì che ebbi l’intuizione: io e altri ragazzi come me, incontrammo Francesco Rutelli. Rutelli si sedette con noi, gambe incrociate, seduti sulla moquette dell’albergo a parlare dei nostri sogni, delle passioni, speranze, lavoro. Le domande arrivavano a fiotti e lui ci rispondeva senza paroloni, ma leggendo nei nostri occhi quella voglia tipica di chi crede nei cambiamenti. Allora decidemmo di dare inizio alla nostra avventura, di mettere per iscritto tutto ciò che passava per le nostre menti, giovani e soprattutto inesperte. C’è l’abbiamo fatta: ci siamo costituiti, i “Giovani della Margherita”, dopo un cammino durato un anno, fatto d’incontri tutti i martedì di ogni settimana, di ogni mese, anche di agosto.
Il lavoro paga in questo caso: si è aperto un mondo nuovo fatto di esperienze, persone, lotte. Forse sarà stato anche il momento, ci siamo trovati coinvolti nella Primavera pugliese e in occasione delle primarie, forse sono stata fortunata, ma ho conosciuto il meglio della politica incontrando uomini che veramente credevano nel progetto, giovani uomini che hanno alzato anche la voce per noi che voce non avevamo.
A questi uomini dico grazie e a questi uomini mi rivolgo: siati sempre voi stessi, ricordate che dentro di voi palpita ancora l’entusiasmo che appartiene ai vostri cuori, lo stesso entusiasmo che appartiene ai giovani, perché, come dice un mio amico, la politica è cuore e passione.
Però, cari amici, una mattina mi sono svegliata e non avevo più l’età, non ero più giovane. Avevo comunque qualcosa che poteva fare la differenza: sono donna. Se potessi, lo scriverei a lettere cubitali. Sono felice di esserlo come sono felice dell’opportunità che ci viene offerta. Non prendiamo tutto dal lato negativo, tanto non ci sarà regalato nulla. È solo un’opportunità che ci dovevano: ora tocca a noi affilare le unghie e scendere in campo e, poi, cosa ci spaventa? Noi che siamo abituate alla concertazione tutti i giorni in famiglia, al lavoro, con i figli, la casa; noi che siamo pronte ad ascoltare e metterci in discussione sempre con tutto e tutti ogni giorno, siamo alle prese con bilanci e consuntivi: questo e altro è donna.
In questo momento più che mai abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce, noi abbiamo bisogno di parlare, fare che la nostra forza sia la forza di altre donne che forza non hanno. Abbiamo il dovere, le capacità e la necessità di costruire uno spazio tutto nostro dove dialogare, comunicare esperienze e conoscenze: quello spazio può darci l’aiuto necessario per compiere l’impossibile.
Per questo e altri mille motivi chiedo alle donne e ai giovani di credere nei cambiamenti, di credere nel Partito Democratico, di avvicinarsi alla politica con gli occhi di un bambino: pieni di quella voglia di capire, imparare, sperimentare…
Non abbiate paura! I cambiamenti fanno bene perché, di gente come voi, noi abbiamo bisogno per un nuovo partito, non per un partito nuovo. Questo e altro saranno i Democratici perché io ci credo: non chiamatemi utopica solo perché guardo con gli occhi di chi è disposto a cambiare pur sapendo che la fusione di due partiti come i Ds e i Dl non sarà facile e neanche indolore.
È una strada tutta in salita e, come tutte le salite, sarà dura. Ma alla fine bisogna vedere la luce, bisogna credere negli ideali che questa società ha fatto affievolire, se non sparire. Noi crediamo in un cambiamento non di facciata ma reale, un cambiamento che non significa mettere da parte chi ha dato tanto, sia in politica che nella società, ma mettere insieme l’esperienza e l’entusiasmo, unire la capacità e la determinazione, la sicurezza alle paure, noi vogliamo non solo la somma dei partiti ma la somma della società.
Solo se saremo protagonisti del cambiamento, costruiremo qualcosa molto vicino a quelle che sono le aspettative dei giovani e delle donne, alle quali chiedo di partecipare attivamente, di coinvolgere e farsi coinvolgere in modo da poter dire domani “Sono stata protagonista”: artefice del nostro futuro, che tutti ci auguriamo sia un futuro migliore vissuto in un paese migliore.
* L’autrice è insegnante, dirigente DL-Margherita di San Paolo di Civitate e componente dell’Ufficio di Presidenza del Comitato “14 Ottobre”
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