
«Caro Michele, grazie per la lettera, ma non mi pare che tu abbia risposto alle tante domande che ti ho posto o che ti hanno posto a mezzo stampa tanti amici negli ultimi giorni –scrive Amati-. Sai bene che la mia iniziativa non è centrata su un improbabile contrasto personale ma sull’idea di PD che ancor oggi ci divide. E bada che ti divide anche da tanti amici che in pubblico ti sostengono e che in privato menano giusti fendenti. Le tue dichiarazioni descrivono un partito fondato su un leader, che a sua volta trae forza da altri leader, dimenticando la massa di Cittadini ed eletti (Parlamentari, Sindaci, Consiglieri regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali) che vogliono giustamente dire la propria».
Più avanti, senza risparmiare critiche aspre a Emiliano sull’atteggiamento avuto nei confronti dei partiti e dei militanti dei partiti, Amato aggiunge: «Tu mi chiedi di restare con te, io ti esorto a restare con noi. La differenza non è di poco conto perché è l’approccio che svela il pronostico sul futuro. Allo stato la mia proposta contiene l’invito a realizzare il noi, la tua il me. Io penso che non si possano superare odi, rancori ed invidie, attivando altri odi, altri rancori e altre invidie, allontanando chiunque la pensi diversamente.
Il PD pugliese è un nuovo partito se ingloba tutti. Se sarà in grado di far sentire a casa propria tanti Cittadini, compresi Emiliano, Divella, Florido, Pellegrino, Stallone, Errico e tante personalità che guidano con entusiasmo diverse istituzioni locali». E ancora: «Il PD ha il compito di dare stabilità e forza all’ottimo governo di Nichi Vendola e rifiuta ogni occupazione sulla redistribuzione dei posti in giunta, preferendo la produzione d’impegno sulle proposte per migliorare la Puglia. Caro Michele, pensi di aver risposto a queste osservazioni o a queste domande? A prescindere da chi si candida, hai voglia di prendere il “toro per le corna” e parlarne?».
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