“Riteniamo possa spettarci la responsabilità diretta di esprimere la personalità alla quale affidare la guida della coalizione”. E’ la frase con cui Paolo Campo, coordinatore del PD di Capitanata, ha sintetizzato gli esiti del dibattito svolto, nel pomeriggio di ieri, dall’Assemblea provinciale degli eletti sul futuro dell’Amministrazione provinciale.
Ad introdurre la discussione è stato Peppino Marcucci, responsabile Enti Locali del PD foggiano, con una lunga e articolata relazione. “Il quadro politico è radicalmente cambiato rispetto a 5 anni fa – ha affermato – e sono in atto processi di innovazione della politica, positivamente segnati anche dalla volontà di includere chi 5 anni fa ha aiutato i partiti in una situazione di oggettiva difficoltà. E’ un processo indubbiamente positivo e risolutivo, sempre che se ne voglia condividere l’esito. E così non sembra se c’è chi offre l’impressione di voler costruire un partito delle istituzioni, nettamente separato dai partiti e dalla società che discutono e fanno politica”.
Entrando nel merito dell’attività di governo realizzata a Palazzo Dogana, a parere di Peppino Marcucci, sono stati raggiunti “buoni risultati in tutte quelle attività di competenza esclusivamente, o quasi, degli assessori; frutto anche di positive relazioni con i consiglieri provinciali e le rappresentanze istituzionali del territorio. Il nervo scoperto è la programmazione complessa, perché è mancata la visione e la capacità di sintesi degli atti complessi pure prodotti. Al contrario, per il futuro sarà decisiva e prevalente la qualità della progettazione strategica, che dovrà essere indirizzata dalla capacità di favorire innovazione e costruire competitività. Abbiamo di fronte a noi una nuova stagione politica e di governo – ha concluso il responsabile Enti locali del PD – che sarà meglio affrontata da una guida nuova”.
“Realizzare la discontinuità con il passato – ha ripreso Paolo Campo nelle conclusioni – è uno degli obiettivi costituzionali del Partito Democratico: noi siamo figli della domanda di cambiamento che viene dalla società e dalla politica stessa. In più, assumere l’onere della discontinuità a Palazzo Dogana è frutto della riflessione sulle responsabilità collettive per i ritardi e gli errori commessi in questi 5 anni: forse ha sbagliato Carmine Stallone, certamente hanno anche sbagliato i partiti che lo hanno sostenuto.
Il punto politico, allora, è comprendere se il Partito Democratico è capace di elaborare una nuova proposta di governo per far fronte alle responsabilità che abbiamo rispetto al passato e, soprattutto, per il futuro. Noi riteniamo che sia così e che possa spettarci un ulteriore responsabilità: esprimere la personalità alla quale affidare la guida della coalizione.
E’ una scelta che, ovviamente, sarà sottoposta agli alleati della coalizione, ai quali esprimiamo fin da ora la disponibilità anche ad utilizzare lo strumento delle primarie qualora vi fossero più candidature; così come non escludiamo il ricorso alle primarie interne.
Ciò che conta – ha concluso Paolo Campo – è interrogarci a fondo e trovare soluzioni nuove e innovative per avviare, quanto meno avviare a soluzione le principali criticità, sociali ed economiche, della Capitanata”.
Il dibattito è stato preceduto dall’invito della presidente dell’Assemblea provinciale, Valentina Lucianetti, ad “avere maggiore attenzione verso il complesso e difficile lavoro che si sta compiendo rispeto alla strutturazione e al radicamento del partito, evitando di lamentare difetti di democrazia interna difficilmente attribuibili ad un coordinatore e ad un esecutivo che hanno organizzato e svolto 4 assemblee in un mese”.
E appunto l’illustrazione del regolamento per le primarie comunali, fatta da Pino Marasco, responsabile dell’UTAP, ha chiuso i lavori dell’Assemblea provinciale; sciolta dopo l’applauso con cui è stata accolta la richiesta del coordinatore, Paolo Campo, di accogliere nell’organismo l’ex segretario provinciale dei Ds, Sabino Colangelo.
Ad introdurre la discussione è stato Peppino Marcucci, responsabile Enti Locali del PD foggiano, con una lunga e articolata relazione. “Il quadro politico è radicalmente cambiato rispetto a 5 anni fa – ha affermato – e sono in atto processi di innovazione della politica, positivamente segnati anche dalla volontà di includere chi 5 anni fa ha aiutato i partiti in una situazione di oggettiva difficoltà. E’ un processo indubbiamente positivo e risolutivo, sempre che se ne voglia condividere l’esito. E così non sembra se c’è chi offre l’impressione di voler costruire un partito delle istituzioni, nettamente separato dai partiti e dalla società che discutono e fanno politica”.
Entrando nel merito dell’attività di governo realizzata a Palazzo Dogana, a parere di Peppino Marcucci, sono stati raggiunti “buoni risultati in tutte quelle attività di competenza esclusivamente, o quasi, degli assessori; frutto anche di positive relazioni con i consiglieri provinciali e le rappresentanze istituzionali del territorio. Il nervo scoperto è la programmazione complessa, perché è mancata la visione e la capacità di sintesi degli atti complessi pure prodotti. Al contrario, per il futuro sarà decisiva e prevalente la qualità della progettazione strategica, che dovrà essere indirizzata dalla capacità di favorire innovazione e costruire competitività. Abbiamo di fronte a noi una nuova stagione politica e di governo – ha concluso il responsabile Enti locali del PD – che sarà meglio affrontata da una guida nuova”.
“Realizzare la discontinuità con il passato – ha ripreso Paolo Campo nelle conclusioni – è uno degli obiettivi costituzionali del Partito Democratico: noi siamo figli della domanda di cambiamento che viene dalla società e dalla politica stessa. In più, assumere l’onere della discontinuità a Palazzo Dogana è frutto della riflessione sulle responsabilità collettive per i ritardi e gli errori commessi in questi 5 anni: forse ha sbagliato Carmine Stallone, certamente hanno anche sbagliato i partiti che lo hanno sostenuto.
Il punto politico, allora, è comprendere se il Partito Democratico è capace di elaborare una nuova proposta di governo per far fronte alle responsabilità che abbiamo rispetto al passato e, soprattutto, per il futuro. Noi riteniamo che sia così e che possa spettarci un ulteriore responsabilità: esprimere la personalità alla quale affidare la guida della coalizione.
E’ una scelta che, ovviamente, sarà sottoposta agli alleati della coalizione, ai quali esprimiamo fin da ora la disponibilità anche ad utilizzare lo strumento delle primarie qualora vi fossero più candidature; così come non escludiamo il ricorso alle primarie interne.
Ciò che conta – ha concluso Paolo Campo – è interrogarci a fondo e trovare soluzioni nuove e innovative per avviare, quanto meno avviare a soluzione le principali criticità, sociali ed economiche, della Capitanata”.
Il dibattito è stato preceduto dall’invito della presidente dell’Assemblea provinciale, Valentina Lucianetti, ad “avere maggiore attenzione verso il complesso e difficile lavoro che si sta compiendo rispeto alla strutturazione e al radicamento del partito, evitando di lamentare difetti di democrazia interna difficilmente attribuibili ad un coordinatore e ad un esecutivo che hanno organizzato e svolto 4 assemblee in un mese”.
E appunto l’illustrazione del regolamento per le primarie comunali, fatta da Pino Marasco, responsabile dell’UTAP, ha chiuso i lavori dell’Assemblea provinciale; sciolta dopo l’applauso con cui è stata accolta la richiesta del coordinatore, Paolo Campo, di accogliere nell’organismo l’ex segretario provinciale dei Ds, Sabino Colangelo.
1 commento:
E'un suicidio. Stallone ha gestito male tante cose, ma ha avuto il merito di tenere in piedi una coalizione molto variegata. Basti pensare che Stallone, democristiano vero ha già avuto l'appoggio di Rifondazione. In altri palazzi molto vicini a palazzo Dogana, le spaccature sono state molto più forti. Non possiamo pensare che la gente percepisca il PD come il nuovo, il meglio. In molti paesi della Provincia gli ex-democristiani del PD fanno una grossa fatica a far campagna elettorale al fianco degli ex-comunisti, figuriamoci far digerire subito la defenestrazione di uno di loro per far posto ad un "compagno". Ricordiamoci che a Foggia vota un terzo degli elettori di Capitanata e un non foggiano è percepito male, anzi malissimo. Non sottovalutiamo il potere dell'Opera San Pio. Fatte tutte queste considerazioni io non avrei rinunciato a Stallone tanto a cuor leggero per il resto speriamo bene....
Posta un commento